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Rivista Idraulica 63

REGOLAZIONE DEI SISTEMI DI VENTILAZIONE

Articolo di: Ingg. Elia Cremona e Pietro Malavolta
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La regolazione delle unità di ventilazione viene gestita di norma da una centralina di controllo dedicata, presente all’interno della macchina. Questa ha come scopo principale la gestione del funzionamento dei ventilatori in modo da regolare il livello di rinnovo dell’aria, sia in funzione delle azioni di comando impartite dalle interfacce di controllo azionate o impostate dall’utente, sia in base ad alcuni parametri direttamente misurati (ad esempio da sensori ambientali). Approfondiremo le tipologie principali di regolazione nell’ambito della ventilazione residenziale. Vedremo di seguito quali sono le principali tipologie di regolazione distinguendone i principi di funzionamento e approfondendone le differenze attraverso l’ausilio di alcuni semplici casi di esempio (Fig. 14).

La regolazione di tipo manuale è quella più semplice, in cui l’utente impartisce delle azioni di comando in maniera diretta, stabilendo a quale velocità o portata di funzionamento far lavorare l’unità ventilante. Si tratta di un input di comando volontario, e presuppone quindi che sia effettuato dall’utente nel momento in cui percepisce la necessità di incrementare oppure diminuire il tasso di ventilazione. In genere questa tipologia di regolazione prevede un numero limitato di impostazioni.

La regolazione di tipo temporizzato prevede la possibilità di programmare orari e rispettivi tassi di ventilazione. L’utente deve , quindi, preventivamente stabilire una schedulazione oraria in base alle sue abitudini tipiche di occupazione degli spazi domestici, per ciascun giorno della settimana tipo. L’impostazione delle fasce orarie può essere effettuata tramite controlli con display oppure interfacce a tasti. In genere è comunque sempre possibile forzare il funzionamento in modalità manuale per un periodo di tempo limitato, qualora le necessità di ventilazione non corrispondano alla schedulazione impostata.

Le regolazioni più avanzate prevedono il controllo automatico delle portate di rinnovo in funzione della rilevazione di uno o più parametri ambientali. A tale scopo, è necessario dotare il sistema di ventilazione di sensori o sonde ambientali, in grado di fornire una misura diretta della concentrazione di inquinanti nell’aria. Tipicamente, i parametri rappresentativi del fabbisogno di ventilazione sono ad esempio l’umidità relativa (U.R.), le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) e di composti organici volatili (VOC). Attraverso opportune logiche, l’elettronica di controllo sfrutta queste misurazioni per attuare una regolazione del tasso di rinnovo ottimale in base al reale fabbisogno, assicurando una pronta risposta del sistema di ventilazione e al contempo una riduzione degli sprechi energetici.

Per evidenziare i vantaggi e gli svantaggi delle diverse tipologie di regolazione, prenderemo in considerazione l'esempio di fabbisogno di rinnovo dell’aria rappresentato nella Fig. 13. Il grafico riassume una giornata feriale tipica, in cui si evidenziano dei momenti in cui le attività svolte negli ambienti domestici sono correlabili ad una produzione di inquinanti più o meno elevata, e, di conseguenza, a diversi fabbisogni di ventilazione.

Come abbiamo visto, la regolazione delle unità di ventilazione è affidata ad una centralina elettronica principale, che, oltre alla normale gestione, è in grado di svolgere alcune funzioni avanzate. Ne sono un esempio le funzioni di “Free Cooling” e di “Free Heating”, per le quali viene effettuato il rinnovo dell’aria senza recupero di calore né integrazioni termiche, qualora ve ne sia convenienza. Come si può comprendere dalla Fig. 15a, la centralina di controllo rileva in maniera continuativa le temperature dell’aria esterna e di quella di ripresa dalle relative sonde: se si verificano condizioni favorevoli, viene comandata in apertura la serranda di by-pass, permettendo al flusso d’aria di immissione di non transitare nel recuperatore di calore e quindi di non subire variazioni di temperatura.
Questa funzione permette, tipicamente nelle notti estive, di sfruttare l'aria esterna a temperatura inferiore per raffrescare gli ambienti domestici. Al contrario, nelle giornate di primavera o autunno più calde, la modalità Free Heating consente di riscaldare l’interno dell’abitazione. In entrambi i casi, si tratta di un sistema vantaggioso in quanto permette di ridurre i consumi energetici al minimo, senza ricorrere all’impianto di condizionamento o riscaldamento.
Al fine evitare disagi e scarso comfort percepito, queste funzioni devono essere opportunamente impostate in modo da funzionare secondo determinate condizioni (Fig. 15b).

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