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Rivista Idraulica 60

LE CATEGORIE DI RISCHIO

Articolo di: Ingg. Claudio Ardizzoia e Alessia Soldarini
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Per valutare la gravità di un eventuale inquinamento delle reti, la norma EN 1717 classifica le acque contenute negli impianti in funzione del grado di rischio per la salute umana, suddividendole in cinque categorie, dalla 1, corrispondente all’acqua per consumo umano, alla 5, la più pericolosa.

In base a questa classificazione, nei circuiti di distribuzione dell’acqua si devono inserire idonei dispositivi antiriflusso.

La norma EN 1717 elenca il principio di funzionamento ed i requisiti minimi dei dispositivi atti a proteggere la rete di acqua destinata al consumo umano da riflusso di acqua appartenente ad una delle quattro categorie superiori.

Questo fenomeno, denominato “inversione del senso di flusso” e già introdotto nel capitolo “L’inquinamento delle reti”, come evidenziato nella norma EN 1717, in sintesi si verifica quando:

  • la pressione nella rete pubblica è inferiore alla pressione esistente nel circuito derivato (sifonamento inverso). Questa situazione può accadere ad esempio a causa di una rottura della tubazione dell’acquedotto e conseguente manutenzione, oppure per notevoli prelievi da parte di altre utenze quali per esempio sistemi antincendio collegati a monte.
  • nel circuito derivato si ha un innalzamento di pressione (contropressione) dovuto ad esempio all’ingresso di acqua pompata da un pozzo.

Vista la pericolosità del fenomeno e viste le prescrizioni dettate dalla normativa esistente, a seconda della tipologia di impianto e delle caratteristiche del fluido contenuto, deve essere effettuata una valutazione del rischio di inquinamento da riflusso. In base al risultato di tale valutazione, effettuata dal progettista e dall’Ente fornitore dei servizi idrici, si deve scegliere il dispositivo di protezione più idoneo e lo si deve posizionare lungo la rete di distribuzione nei punti a rischio di riflusso pericoloso per la salute umana.
Oltre alla consultazione della norma europea EN 1717, occorre sempre valutare il parere dell’Ente fornitore dei servizi idrici e le specifiche norme nazionali in quanto, in base alla tipologia di impianto, possono esserci deroghe più o meno restrittive rispetto alla norma europea. In caso di presenza di fluidi di diversa pericolosità, si deve considerare la protezione da riflusso del fluido più pericoloso. In caso di fluidi con pericolosità eccezionali, occorre valutare parametri tecnici addizionali.

Leggi anche:

CHE COS’È LA GESTIONE DEL RISCHIO?

La gestione del rischio è una materia oggetto di approfonditi studi ed è applicabile ad ogni situazione di pericolo. Si identifica nelle seguenti fasi:
1. Definizione
2. Valutazione
3. Mitigazione
4. Monitoraggio
Vediamole insieme.

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IL RIFERIMENTO ATTUALE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO: EN 1717

Per quanto riguarda gli aspetti di qualità e di sicurezza dell’acqua distribuita, è fondamentale avere dei riferimenti chiari delle leggi e delle norme applicabili. Per questo, con nuovi documenti che si aggiungono o che sostituiscono quelli esistenti, forniamo di seguito un elenco dei più importanti ed analizziamo in dettaglio le norme che si applicano per la prevenzione anti riflusso.

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LE UNITÀ DI PROTEZIONE

Unità di Protezione è la sequenza di apparecchiature, formata dal dispositivo di protezione, dai filtri, dalle valvole di intercettazione, dalle prese di pressione ed air gap che costituiscono la protezione anti riflusso.

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