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Idraulica 50

Componenti principali delle reti di ricircolo - Disconnettori

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In questo articolo e in quelli correlati presenteremo i componenti principali delle reti di ricircolo non considerando i componenti tradizionali (ad es. pompe, gruppi di sovrappressione, valvole di ritegno, ecc.) per non appesantire la trattazione, ma solo concentrandosi su quelli che svolgono le seguenti funzioni: 

  • protezione della rete pubblica da possibili inquinamenti dell’acqua potabile; 
  • riduzione e regolazione delle pressioni in base ai valori richiesti; 
  • assorbimento dei picchi di sovrappressione causati dai colpi d’ariete; 
  • regolazione della temperatura di distribuzione e di erogazione dell’acqua calda con sicurezza antiscottatura ed azione antibatterica; 
  • bilanciamento termostatico delle reti di ricircolo.

    I disconnettori sono valvole di sicurezza che servono ad impedire il ritorno delle acque di utenza nelle reti di distribuzione dell’acquedotto. 

    Servono, cioè, ad impedire il ritorno nell’acquedotto di acque (provenienti da diversi tipi di impianti o apparecchiature: ved. tabella pag. a lato) 

    che possono aver perso le loro caratteristiche originali di potabilità. Ritorno che può essere provocato dalle seguenti cause: 

    • depressioni che si formano nelle reti di distribuzione dell’acquedotto, ad esempio, per rotture dei tubi o interruzioni della fornitura; 
    • sovrappressioni che insorgono nelle reti di utenza, ad esempio, per gli incrementi di pressione connessi al riscaldamento dell’acqua. 

    I disconnettori (ved. disegni di seguito riportati) sono essenzialmente costituiti da: 2 valvole di ritegno, 1 membrana, 1 valvola di contrasto, 1 stelo di comando e 1 otturatore del dispositivo di scarico. 

    Le valvole di ritegno delimitano fra loro tre zone: 

    • la zona a monte o di entrata,
    • la zona intermedia o a pressione ridotta,
    • la zona a valle o di uscita.

    Se la differenza di pressione fra la zona a monte e quella intermedia è uguale o superiore ad un valore limite molto basso (ad es. 1,4 m c.a.), la membrana genera una forza che mantiene in chiusura il dispositivo di scarico. Se, invece, tale differenza è inferiore al valore limite sopra definito, la molla di contrasto manda in apertura il dispositivo di scarico, cioè attiva la disconnessione tra acquedotto e utenza. 

    Sezione disconnettore - Flusso regolare

    Condizioni di flusso regolare

    Entrambe le valvole di ritegno restano aperte, mentre la pressione nella camera intermedia (per effetto delle perdite di carico indotte dalla prima valvola di ritegno) è inferiore a quella della camera a monte.

    Pertanto, la differenza di pressione che agisce sulla membrana genera una forza che tiene chiuso il dispositivo di scarico.  

    Sezione disconnettore - Arresto del flusso

    Arresto del flusso

    A valvole di ritegno chiuse, la pressione nella camera intermedia si mantiene inferiore a quella della camera a monte.

    Pertanto, anche in questo caso, la differenza di pressione che agisce sulla membrana  mantiene chiuso il dispositivo di scarico.

    Depressione a monte e sovrappressione a valle

    Depressione a monte e sovrappressione a valle

    In queste condizioni, la pressione della zona intermedia supera quella della zona a monte e pertanto il dispositivo di scarico va in apertura, impedendo così possibili reflussi.

    Aspetti normativi

    In merito al tipo di inquinamento considerato, il riferimento europeo è costituito dalle seguenti norme:

    • EN 1717 Protezione dall’inquinamento dell’acqua potabile negli impianti idraulici e requisiti generali dei dispositivi atti a prevenire l’inquinamento da riflusso.  
      La norma riguarda la protezione dall’inquinamento da riflusso dell’acqua destinata al consumo umano all’interno di edifici.
    • EN 12729 Dispositivi per la prevenzione dell’inquinamento da reflusso dell’acqua potabile. Disconnettori controllabili con zone a pressione – Famiglia B – Tipo A

    L’elenco di seguito riportato è riferito ai principali impianti ed apparecchi utilizzatori la cui connessione diretta alle reti di distribuzione dell’acqua potabile è riconosciuta quale possibile origine di riflusso contaminante.

    • impianti di riscaldamento autonomo o centralizzato
    • macchine di lavaggio a secco per tintorie
    • trattamenti fotografici
    • allevamenti animali (dosaggio automatico di acqua e sostanze medicamentose)
    • cliniche odontoiatriche (apparecchiature dentistiche)
    • ospedali
    • protezioni agli impianti di:
      • laboratori di igiene e profilassi
      • reparti di patologia legale
      • reparti degenze infettive
      • apparecchiature di dialisi
      • autoclavi di sterilizzazione
    • impianti centralizzati di pulizia (ad alta pressione)
    • piscine pubbliche e private
    • impianti di acqua demineralizzata
    • lavatrici industriali
    • hotel, ristoranti e autogrill (preparazione cibi, miscelazione sciroppi di base con acido carbonico ad alta pressione,ecc.)
    • impianti di trattamento aria 
    • impianti di lavaggio automezzi, aerei, vagoni, ecc

     

    • impianti di irrigazione automatica o di innaffiatura, suscettibili di apporto di rischio sanitario per effetto di sostanze additive fertilizzanti, pesticidi, ecc.
    • circuiti di raffreddamento motori Diesel o sistemi di cogenerazione
    • impianti di alimentazione acqua potabile per imbarcazioni
    • impianti di lavaggio bottiglie
    • industrie metallurgiche:
      • raffreddamento serbatoi di sostanze chimiche
      • impianti di verniciatura
      • impianti di decapaggio
      • scambiatori di calore
    • industrie delle materie plastiche: raffreddamento delle macchine
    • ​​​​​​​​​​​​​​industrie in generale: sistemi di trattamento acqua
    • industrie biochimiche: laboratori di ricerca

    • industrie grafiche: acqua di lavaggio dei cilindri

    • industrie alimentari:
      • tutti gli impieghi di acqua potabile miscelata con altre sostanze
      • lavaggio vegetali
      • macellerie e commercio carni.
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